Volontariato internazionale autonomo significa partire senza intermediari, concordando i dettagli della collaborazione direttamente con l’organizzazione, l’associazione o la comunità di accoglienza. Sono sempre di più i volontari che scelgono quest’opzione. Di questo, possiamo ringraziare i mezzi di comunicazione dei giorni nostri che permettono anche al più piccolo centro educativo immerso nella giungla di ricevere le mail e le chiamate Skype di volontari da tutto il mondo!
Nonostante la crescente popolarità di questa forma di volontariato, sono ancora molte le persone che esitano e tentennano di fronte all’idea di partire come volontari autonomi. Eppure il loro aiuto è così prezioso per gli enti che li accolgono! Vediamo di chiarire qualche dubbio e di sfatare qualche mito.
Il volontario autonomo parte da solo: FALSO
L’unica cosa che un volontariato autonomo fa da solo è salire sull’aereo. Per il resto il volontario è accompagnato, prima a distanza tramite email e Skype, e poi in persona dai professionisti dell’associazione di accoglienza, dagli altri volontari internazionali e dai membri della comunità. Dal momento in cui l’application viene confermata, al volontario vengono fornite tutte le informazioni necessarie alla preparazione del viaggio e dell’esperienza, viene preparato alla realtà del paese che lo accoglie e vengono chiariti tutti i suoi dubbi pratici. Tutto questo avviene tramite scambio di email ed eventualmente colloqui Skype.
Il volontario è responsabile per la pianificazione del viaggio: VERO
Verissimo, l’associazione si occupa della preparazione del viaggio solo dal punto di vista informativo. Ma, alla fine della fiera, è il volontario che deve prenotare il viaggio aereo, recarsi in un ambulatorio per fare le vaccinazioni necessarie, adoperarsi per ottenere il visto ed acquistare la copertura assicurativa più appropriata. Ma, d’altronde, non sono questi gli step necessari per la preparazione di qualsiasi viaggio all’estero?
Il volontariato autonomo è adatto solo a chi ha già esperienza: FALSO
No, anche se fosse la prima esperienza di volontariato, il sostegno di un intermediario non è strettamente necessario. La maggior parte dei volontari che conosco (ed io stessa faccio parte di questo gruppo) sono partiti per la prima volta accordandosi direttamente con l’organizzazione di accoglienza.
Come hanno fatto? Molto semplice: hanno selezionato un’organizzazione degna di fiducia ed un programma adatto ai loro interessi e capacità; hanno presentato la loro application e sono stati accettati; hanno seguito i consigli dell’Ong per la preparazione del viaggio e sono stati accolti dallo staff al loro arrivo nel paese straniero.
E poi? Poi, proprio come tutti i volontari, sono stati coinvolti in un breve processo di orientamento e formazione che li ha introdotti al lavoro che avrebbero svolto presso l’organizzazione.
Per fare volontariato autonomo bisogna sapere le lingue: VERO
Bé non tutte, ma almeno una delle lingue parlate dall’associazione di accoglienza. Con l’inglese si aprono un sacco di porte, ma per alcune regioni del mondo è meglio parlare spagnolo, portoghese o francese. Senza una lingua comune è impossibile partecipare come volontari autonomi perché non si è in grado di coordinare gli aspetti più elementari della permanenza, né di comprendere le sessioni di orientamento e formazione.
Per fare volontariato autonomo bisogna “saper viaggiare”: VERO
Ovviamente, visto che la preparazione del viaggio è responsabilità del volontario. Quando dico “saper viaggiare” mi riferisco a tutt’una serie di capacità legate all’organizzazione di un viaggio: la ricerca dei voli, la prenotazione dei voli e di eventuali connessioni città-aeroporto, eventuale prenotazione di un ostello, cambiare i soldi ad una valuta spendibile all’estero, la preparazione coerente della valigia… così come la famosa trilogia vaccini-visto-assicurazione.
Però bisogna ammettere che tutte queste pratiche sono l’ABC del viaggio ai giorni nostri! Siamo sempre più indipendenti dalle agenzie e tendiamo a preferire l’organizzazione fai-da-te che ormai, con tutte le piattaforme ed i siti online, è accessibile a (quasi) tutti. Perché la preparazione del viaggio per andare a fare volontariato dovrebbe essere diversa?
I volontari autonomi devono avere tanti soldi da spendere: FALSO
I volontari autonomi devono avere dei soldi da spendere, ma non più di coloro che partecipano a programmi di volontariato con intermediario dall’Italia (anzi, forse un po’ meno). Alla fine i costi dei voli sono gli stessi. E, per quanto riguarda la permanenza in loco, le associazioni locali sono talvolta in grado di fornire l’alloggio gratuitamente, o per un costo molto ridotto. Per una panoramica sui costi del volontariato ti rimandiamo al nostro articolo “Il costo del volontariato all’estero”.
Adesso cosa ne dici? Te la senti di partire come volontario autonomo? Contatta le organizzazioni dell’Ayni Network che maggiormente ti interessano e presenta la tua candidatura!