Volontariato in smart working? Ecco come fare!

Volontariato in smart working? Ecco come fare!

Riunione con gli amici? Skype! Impegni di lavoro? Zoom! Serata cinema? Netflix! Lezione di yoga? YouTube! Questi mesi di pandemia ci hanno obbligato a ripensare il modo di relazionarci con gli altri e con i nostri impegni o interessi. Ed inevitabilmente il risultato finale è stato, nella maggior parte dei casi, la digitalizzazione di tutte le nostre attività.

Con Ayni, anche il volontariato e la formazione diventano digitali con il programma Ayni Social Lab e con le proposte di collaborazione degli enti del nostro Network. L’opportunità di potersi mettere a disposizione di una comunità in Uganda o in Guatemala anche con le frontiere chiuse, anche in piena pandemia, è davvero preziosa! E per noi è sempre emozionante veder nascere nuove collaborazioni a distanza.

Ma siamo e rimaniamo esseri umani che, se costretti davanti allo schermo di un computer tutto il giorno, possono anche andare in burn-out!  E questo ci preoccupa se pensiamo che i nostri volontari remoti, concluse lezioni in video-conferenza dell’università o la giornata di smart working, si collegano con noi ed i nostri partner per un altro incontro online.

Come bilanciare allora tutte quelle ore seduti davanti ai nostri computer? La corretta gestione di queste vite ultra-digitalizzate è fondamentale per superare, anche dal punto di vista psicologico, questo periodo di pandemia. E ci sono alcuni piccoli accorgimenti che, secondo gli esperti dello smart working, ci possono aiutare a farlo.

Per fortuna, noi di Ayni lavoravamo in smart-working anche in tempi non sospetti, quando tutti pensavano che lavorare da casa volesse dire non togliersi mai il pigiama! Abbiamo quindi anche noi qualche consiglio da condividere con i nostri volontari e con chiunque si sta misurando con una vita iper-digitalizzata.

Scegliere con cura la postazione di lavoro

Niente divano né tantomeno il letto: anche se lavoriamo da casa è importante scegliere una postazione adeguata all’attività di studio, lavoro o volontariato che desideriamo svolgere. I principali accorgimenti sono:

  • una seduta comoda e salutare
  • una luce adatta per il lavoro davanti al computer
  • poche distrazioni intorno!

Inoltre, dovremmo cercare di trovare un tavolo che non sia lo stesso dei pasti: cerchiamo di tracciare, anche a livello spaziale, dei confini tra la nostra vita domestica e tutto il resto. Così, una volta concluse le nostre attività, potremo riattraversare quei confini e riappropriarci dei nostri spazi, liberando la mente.

Avere degli orari per le proprie attività

L’ironia dello smart working è che uno pensa di potersi rilassare un po’ di più (“Tanto sono a casa…”), e invece si trova a lavorare fino a tarda sera, o addirittura di notte. Così come per lo spazio, anche il tempo ha bisogno di confini per proteggere i momenti personali da quelli che dedichiamo ad altre attività.

Cerchiamo quindi di avere degli orari da rispettare entro i quali confinare i nostri numerosissimi impegni digitali. E non sentiamoci in colpa se non assistiamo a tutte le dirette che ci interessano (tanto non ci riesce nessuno)!

Prendere delle pause

E anche durante le ore che dedichiamo alle nostre attività digitali, cerchiamo di prenderci piccole pause. Andiamo a prepararci un caffè in cucina, facciamoci un giretto sul balcone, disturbiamo il cane con due coccole… Abbiamo bisogno di riposare gli occhi e riattivare la circolazione!

Non dimentichiamo l’attività fisica

Con le palestre chiuse ed il divieto di spostamenti (almeno in zona rossa), molti di noi hanno smesso di esercitare attività fisica con gravi conseguenze per la nostra salute. Forse fare sport nel vero senso della parola è diventato più difficile, ma non dimentichiamo che il nostro corpo ha bisogno di movimento.

L’attività fisica ha ripercussioni positive anche sulla nostra produttività e capacità di concentrazione. Trovare del tempo per fare moto non è quindi una perdita di tempo, ma un modo per migliorare il rendimento di tutte le nostre attività digitali, compreso il volontariato!

Liberiamo la mente

Forse più ancora che il nostro corpo è la nostra mente a soffrire le conseguenze dell’intensa digitalizzazione della “nuova normalità”.  Ecco quindi che particolare attenzione deve essere prestata al nostro benessere psicologico, ai nostri livelli di stress, all’accumulo di negatività.

Non ignoriamo i campanelli di allarme e non dimentichiamo di inserire nella nostra routine momenti di “decontaminazione”. Proprio per questo sono importanti i limiti spazio-temporali di cui si parlava prima. A volte, è necessario mettere una distanza concreta tra noi e le nostre vite digitali, almeno per qualche ora!

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