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Una riapertura tanto attesa in Honduras

A marzo, mentre il mondo cominciava ad accorgersi della portata della minaccia COVID, anche l’Honduras, in America Centrale, ha deciso di lasciare a casa gli studenti. A solo un mese dall’inizio dell’anno scolastico, tutti gli istituti sono stati chiusi come misura preventiva e così rimarranno, fino al prossimo anno. Ma per fortuna alcuni piccoli centri educativi come quelli dell’associazione Honduras Child Alliance sono già pronti per la riapertura!

“I bambini sono felici ed emozionati per questo ritorno in classe!” Eve, responsabile di HCH, ha seguito da vicino il processo di riapertura per assicurarsi che si prendessero tutte le precauzioni possibili. “Il nostro piano per la riapertura è stato presentato al sindaco e poi sono venuti i pompieri per l’ispezione”. E l’approvazione delle autorità non si è fatta attendere! Le classi ed i cortili dei centri educativi si sono nuovamente riempiti di facce sorridenti – dietro le mascherine, ovviamente!

Il lock-down nella comunità di HCA

Non è stato facile. La maggior parte degli studenti appartengono a famiglie che vivono del ricavato della giornata. Bloccati in casa, senza la possibilità di svolgere nessun tipo di attività retribuita, i genitori hanno presto visto presentarsi alle loro porte un ospite sgradito: la fame. Sarebbe andata sicuramente molto peggio che HCA non avesse cominciato a distribuire settimanalmente pacchi alimentari (riso, fagioli, olio, farina, verdure…) alle famiglie più bisognose, grazie alle donazioni dei loro sostenitori. “Siamo molto grati!” dice Eve.

Una lenta riapertura

Ma il peggio adesso sembra essere passato. Poco a poco, le attività economiche e sociali stanno riprendendo e, per fortuna, anche i centri di Honduras Child Alliance stanno riaprendo. “Il 28 agosto abbiamo riaperto il centro del campo di ananas, e la prossima settimana dovremmo procedere con un’altra location”. Sembra essere successo tutto così in fretta! Ma in realtà l’apertura di fine agosto è il frutto della realizzazione di cambiamenti strutturali e di un lungo lavoro di pianificazione durato tutto il periodo di lockdown.

Una parte essenziale di questo processo è stato sicuramente il dialogo con le autorità locali, con la caserma dei pompieri e con le le scuole. HCA è, infatti, un’associazione fortemente radicata sul territorio e gran parte dello staff, dai managers agli stagisti, è honduregno.

Riaprire in sicurezza

Ma cosa significa riaprire in sicurezza? A HCA è stato concesso di riaprire perché hanno introdotto tutte le misure di prevenzione necessarie: hanno ridotto le classi ad un massimo di 10 alunni, hanno fatto grandi scorte di saponi e disinfettanti, hanno spostato gran parte delle lezioni al cortile esterno (coperto) e, ovviamente, hanno coinvolto i bambini. Gli studenti di HCA sanno quanto sia importante rispettare le regole per evitare che il centro debba chiudere nuovamente. Sanno che devono indossare sempre la mascherina e rispettare gli spazi comuni.

Ma la mascherina è un prezzo da pagare davvero basso se ti permette di tornare tutti i giorni al centro per giocare con gli amici, imparare cose nuove e gustare i fantastici healthy snacks sempre offerti dal centro! “Adesso più che mai, i bambini apprezzano le attività divertenti e interattive che sono parte della quotidianità delle lezioni di HCA!” dice Eve.

Quali sono le sfide della riapertura?

Da una parte, la riapertura delle attività per i più piccoli non è abbastanza. Eve ed il suo team stanno cercando un modo per permettere anche ai ragazzi più grandi di tornare al centro per usare la stanza computer, la connessione internet e gli spazi di studio. Nella maggior parte delle case non ci sono né computer né wifi e così diventa impossibile seguire la didattica a distanza.

Poi, sicuramente c’è stato un aumento dei costi. Per esempio, i costi dello snack (parte di un programma contro la malnutrizione) sono aumentati significativamente. Ma non solo! Anche la mancanza dei volontari internazionali si sta facendo sentire: “L’assenza di volontari rende i nostri costi operativi più alti e stiamo facendo fatica a non sforare il budget”.

Il ritorno dei volontari internazionali

Per fortuna, le frontiere dell’Honduras si sono aperte ai volontari stranieri! Giustamente, anche in questo caso le precauzioni non sono poche: “È necessario fare il test non più di 72 ore prima dell’ingresso nel paese e nuovamente entro 72 ore dall’arrivo. Siamo pronti ad accogliere tutti coloro per i quali è prevista la quarantena: possono farlo nella nostra casa dei volontari. Abbiamo anche il permesso ufficiale delle autorità per accogliere persone provenienti da altri paesi”.

HCA ha deciso di aprirsi nuovamente al volontariato internazionale, ma vuole che tutti nella comunità sappiano che la loro non è una scelta incosciente: “Vogliamo che la comunità si senta sicura e che sappia che abbiamo preso tutte le precauzioni del caso”

I volontari sono una parte davvero essenziale nel team di Honduras Child Alliance ed il loro ritorno significherebbe moltissimo per lo staff locale!

Scopri il volontariato in Honduras con Honduras Child Alliance 

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