Volontariato in Kenya con Riley Orton Fondation

Scegliere il volontariato internazionale etico

Stai per fare volontariato all’estero per la prima volta? Oppure è la seconda, la terza, la decima volta che parti? Per quanti viaggi e missioni tu possa aver fatto, è possibile che tu non abbia mai sentito parlare di volontariato etico. E non sei il solo.

Diamo tutti un po’ per scontato che il volontariato sia di per sé una cosa etica: cosa c’è di più etico che donare il proprio tempo e condividere le proprie capacità con gli altri? E invece non è così. Le buone intenzioni, nel contesto dello sviluppo internazionale, non sono mai abbastanza.

Se diventa necessario parlare di volontariato etico è proprio perché ci siamo resi conto del fatto che il volontariato internazionale può fare molto male. Può essere difficile da credere, eppure è così. Cosa mai possono fare un gruppetto di persone animate dalle più altruistiche intenzioni?

  • Possono privare la comunità locali di opportunità lavorative
  • Possono spaventare o traumatizzare persone (spesso bambini) troppo fragili che non dovrebbero essere esposte alle attenzioni un po’ goffe di un estraneo privo di una formazione professionale specifica
  • Possono convincersi di essere dei veri eroi, dei salvatori, e possono raccontare questa storia a migliaia di persone che a loro volta ci crederanno.

Quasi sempre, un volontario non si accorge neanche che quello che sta facendo non è corretto. Agisce piuttosto nella totale convinzione che quello che fa non può fare male a nessuno, o addirittura che possa essere utile.

Magari qualcuno di voi si starà chiedendo: “E dov’è l’associazione che li accompagna? Perché non fanno qualcosa loro?”. Ottima domanda! Perché infatti il ruolo dell’associazione è fondamentale. Dobbiamo sempre scegliere di affidarci ad associazioni e organizzazioni che operino nel pieno rispetto delle comunità e che propongano solo programmi di volontariato etico.

Come riconoscere un programma di volontariato etico?

Prima di scegliere un’associazione per offrire il vostro tempo ed il vostro lavoro dovete sempre assicurarvi che questa proponga un programma di volontariato etico. Come rendervene conto? Un programma etico dovrebbe essere sempre ispirato a questi principi:

Volontariato in Uganda con WaterCause.Org

Prima la comunità: le necessità della comunità vengono sempre prima di quelle dei volontari. Quindi un buon programma di volontariato sa dire “No” ai volontari, correndo anche il rischio di deluderli, se fosse in gioco il benessere dei partecipanti e dei membri.


Volontariato in Guatemala con Safe Passage

Auto-critica: un programma di volontariato non è un fossile che rimane invariato negli anni. È un organismo vivente che si adatta alle attuali necessità della comunità. Le associazioni dovrebbero quindi essere sempre all’erta ed analizzare il contesto ed i risultati del programma, per garantire un impatto positivo.


Volontariato in India con Prime Trust

Obiettivi chiari: è importante che i volontari abbiano una funzione chiara all’interno dell’associazione e che possano veramente dare una mano, senza essere invece un peso per lo staff, che sicuramente ha tante altre cose da fare.


Volontariato in Uganda con Integrated Villages

Non per i soldi: i volontari devono ad ogni modo essere sempre visti come una risorsa umana, mai come una fonte di guadagno. Nell’ottica del guadagno si finisce per dimenticarsi del punto 1, il punto più importante.


Volontariato in Perù con Huaywasi

Valorizzare le capacità dei volontari: un’associazione che valorizza il lavoro dei volontari cercherà di conoscere a fondo un volontario prima del suo arrivo per capire se e come le sue capacità possono essere condivise con la comunità e con i partecipanti.

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