Oggi condividiamo con voi un racconto che viene dall’Uganda, una storia di resilienza e coraggio. La protagonista è Hellen, una giovane donna che negli ultimi 10 anni ha aiutato 850.000 donne e ragazze vittime di violenza sessuale, traffico di esseri umani e schiavitù moderna. Questa è la sua storia.
“All’età di 11 anni, il 25 luglio del 1995, ho cominciato la mia giornata come sempre: sono andata a scuola e ho fatto i lavori di casa. Non avevo idea del fatto che quel giorno sarei stata violentata! Stavo per portare a termine una delle ultime incombenze (andare a prendere acqua al pozzo) quando alle 8 di sera, in quella notte senza luna, un uomo mi ha buttato a terra e mi si è gettato addosso… vi risparmierò i dettagli! C’è solo una cosa che voglio dirvi apertamente: la violenza sessuale fa male (Rape Hurts)!
Tutto ciò che riguarda la violenza sessuale fa terribilmente male. L’impotenza che ho sentito in quella notte scura, le mie grida disperate senza risposta, il fatto che considerassi l’uomo che mi stava violentando una persona di fiducia. Il fatto che dopo la violenza avessi troppa paura per raccontare quello che mi era successo a mio padre, un poligamo, e il fatto che, quando finalmente ho denunciato l’uomo che mi aveva attaccato, mio padre non solo mi ha considerato responsabile dell’accaduto, ma voleva anche che sposassi il responsabile. Queste e tante altre cose che non posso neanche raccontare hanno causato un trauma indelebile che non auguro a nessuna donna o ragazza di dover mai vivere sulla propria pelle.
La sensazione di “essere una vittima e allo stesso tempo considerata colpevole dalla società”, la sensazione di vulnerabilità, paura, pericolo e vergogna che pervadeva il mio spirito e tutto ciò che mi circondava (la mia casa, il mio villaggio, la mia scuola e la mia comunità) facevano sì che la violenza che avevo subito continuasse a fare terribilmente male.
Aver attraversato tante difficoltà a livello fisico ed emotivo, ed essere stata testimone delle difficoltà di tante altre vittime di violenza, mi ha cambiato per sempre. Ho sviluppato un profondo interesse per la violenza sessuale. E più imparavo, più mi rendevo conto, più cresceva dentro di me la necessità fare qualcosa. È così che è nata l’organizzazione Rape Hurts Foundation (RHF).
Ho imparato che ci sono tanti fattori, tra cui la povertà, che sono alla radice di eventi terribili come la violenza di genere, il traffico di esseri umani e le spose bambine. Quando le persone sono povere, ricorrono a metodi tradizionali e crudeli, ad esempio il fatto che mio padre volesse darmi in sposa all’uomo che mi aveva violentata. Quando le persone sono povere non possono permettersi di imparare ed aprirsi modi diversi di vedere le cose, non possono ricevere un’educazione e confrontarsi con persone che mettono in discussione il loro modo di pensare.
RHF è un’organizzazione non-profit che lavora con le vittime e le sopravvissute di violenza di genere, traffico di esseri umani, pratiche culturali dannose (mutilazione genitale femminile) e schiavitù moderne in Uganda Orientale. Adottiamo un approccio olistico per aiutare e raggiungere le donne disagiate ed i loro bambini, promuovendo indipendenza economica, salute e assistenza sanitaria, educazione ed acqua pulita, e fornendo risposte immediate ai casi di violenza di genere, mutilazione genitale femminile ed altre pratiche culturali dannose.
Oggi, grazie al sostegno di tante persone meravigliose, posso finalmente affermare di essere guarita e di aver aiutato altre vittime a guarire, ma non solo. Ho anche lavorato alla prevenzione delle violenze contro le donne affinché quello che è successo a me non debba ripetersi.
Sono orgogliosa di ciò che, con gli anni, sono diventata. Mi fa piacere ricordare che sono stata la prima donna del mio villaggio ad ottenere una laurea. Sono diventata un esempio per moltissime giovani del mio villaggio, Kamuli, ragazze che hanno cominciato a mettere in dubbio lo status quo, sfidando stereotipi e tradizioni.
Tutti i giorni lavoro duramente per cambiare la condizione delle donne nell’Uganda Orientale, una regione dove la violenza di genere è un problema quotidiano per donne e bambini. Secondo il Ministero della donna e dello sviluppo comunitario, l’Uganda Orientale è una delle regioni con più violenza di genere, e pensare che il 75% dei casi non vengono neanche riportati alla polizia.
Negli ultimi 10 anni, sotto la mia guida, RHF ha lavorato per e con 850.000 donne e bambini nei settori dei diritti umani (violenza di genere, traffico di esseri umani, schiavitù moderne e pratiche culturali dannose), educazione e sviluppo economico”
Lettera aperta di Hellen, RHF
Traduzione dall’inglese a cura di Ayni
Per sostenere RHF come volontario in Uganda visita: Rape Hurts Foundation