Le motivazioni che spingono i volontari a candidarsi e lavorare nelle nostre organizzazioni sono collegate ad altrettante aspettative. Quando queste non vengono espresse chiaramente, danno luogo a malcontenti ed incomprensioni che possono rovinare l’esperienza, sia per l’individuo che per l’associazione. Ecco perché è importante prestarvi attenzione e fare di tutto per scoprirle! Trasparenza prima di tutto.
I volontari si accingono a partecipare ad un programma di volontariato per diversi motivi. Tra questi identifichiamo due “macro-motivazioni” che secondo noi tendono ad inglobare tutte le altre:
- Socio-culturale: vivere un’esperienza culturale ed umana, conoscendo una cultura nuova e un paese mai visto prima
- Professionale: migliorare il proprio CV (o dare una svolta alla carriera) con l’acquisizione di capacità ed esperienze professionali o personali
Anche se una non esclude l’altra, quasi sempre una di queste “macro-motivazioni”gioca un ruolo prioritario, definendo quindi la maggior parte delle aspettative del volontario. Affinché l’esperienza sia un successo, quindi, il programma di lavoro che proponiamo ai volontari (attività, responsabilità, impegno) deve riflettere le loro aspettative.
Se questo non fosse il caso, sarebbe opportuno adattare il programma, anche se questo ovviamente non è sempre possibile. A volte, la cosa migliore da fare è dire chiaramente ai volontari che ci pensino bene, perché forse non hanno scelto il programma giusto per loro.
Quali aspettative non espresse possiamo aspettarci dai volontari con motivazioni socio-culturali?
I volontari mossi da questo tipo di “macro-motivazione” vogliono chiaramente vivere un’esperienza di vita. Cercano il contatto con la comunità locale, anche se non ne parlano la lingua. Desiderano più di ogni altra cosa rapportarsi con le persone (bambini o adulti che siano), e quindi apprezzano moltissimo proposte come: workshop, insegnamento, tutoraggio, sport, progetti d’arte e sistemazione in home-stay (con famiglia locale).
Sono ansiosi di partecipare ad eventi e festival, conoscere i dintorni, vedere tutto quello che c’è da vedere non come un turista, ma come un viaggiatore, un ospite attento e coscienzioso. Avere tempo libero è per loro un’opportunità ed è probabile che si aspettino proposte o consigli di turismo sostenibile come safari alla scoperta della natura locale o visite alle comunità locali per conoscerne lo stile di vita.
E quali aspettative non espresse possiamo aspettarci dai volontari con motivazioni professionali?
Se l’individuo si è avvicinato al mondo del volontario per una “macro-motivazione” di tipo professionale, è necessario proporre un’esperienza diversa. Non che questi volontari non parteciperebbero ad un’escursione di turismo comunitario o che non vogliano organizzare attività per i bambini o gli adulti della comunità. Le loro priorità, però, sono altre.
Sono pronti a dedicare moltissimo tempo ai progetti dell’Ong, anche con un orario full-time o turni. Hanno bisogno di vedere una progressione nel loro piano di lavoro, per avere la certezza che piano piano stanno imparando qualcosa di nuovo e sono in grado di metterlo in pratica. Inoltre, vogliono lavorare fianco a fianco con lo staff, per imparare da loro e diventare parte attiva del team, partecipando anche alle riunioni dell’organizzazione
È importante per questi volontari assumersi responsabilità ed affrontare delle sfide. Vogliono quindi lavorare per l’organizzazione ad un livello che permetta loro di mettere in pratica quello che sanno fare meglio. Per esempio, se il loro compito è dirigere attività ludico-ricreative, vogliono farlo con un piano di lavoro che ponga obiettivi a corto e lungo termine, con un monitoraggio dell’impatto, e conoscendo le problematiche dei loro beneficiari. Quello che cambia non è l’attività in sé, ma il livello di coinvolgimento e responsabilità del volontario.
Scoprire le motivazioni dei volontari internazionali per conoscerne le aspettative
Ovviamente non è possibile accogliere adeguatamente un volontario all’interno delle nostre associazioni se non conosciamo le motivazione che l’hanno spinto/a a fare volontariato all’estero. Alcuni volontari ne hanno piena consapevolezza e dobbiamo solo chiedere loro di essere trasparenti e raccontare cosa si aspettano dall’esperienza.
Altri invece, non hanno le idee molto chiare. È quindi compito del nostro coordinatore/responsabile dei volontari porre le domande giuste, per aiutarli a riflettere, “scavare” dentro di sé per capire quali, in fondo in fondo, sono le loro vere aspettative.