È purtroppo dimostrato che il volontariato internazionale, così come altre forme di viaggio e turismo, aumenta il rischio di abuso e molestie sessuali a danno dei minori nei paesi in via di sviluppo. Sono soprattutto le residenze e gli orfanotrofi ad essere maggiormente a rischio, visto lo stretto contatto che si crea tra volontari e ragazzi.
Questo dato agghiacciante ci fa riflettere sulla necessità di prendere tutte le misure necessarie per proteggere i minori dei quali siamo responsabili. Il benessere psico-fisico dei bambini e dei ragazzi, e quindi il loro futuro, dipende soprattutto dalla nostra abilità di fornire loro un ambiente sicuro.
Gestisci una residenza per minori o un orfanotrofio? Cosa fai per proteggere i tuoi ragazzi dal rischio di abuso e molestie sessuali?
Nella maggior parte dei casi, le ONG e le associazioni non sono sufficientemente severe nel processo di selezione dei volontari. Si teme, infatti, che il candidato si scoraggi una volta richiesti ulteriori accertamenti e si preferisce non insistere. Ed è proprio così che anche individui con la fedina penale sporca vengono talvolta accolti all’interno delle organizzazioni, causando danni irreparabili a bambini e ragazzi già vulnerabili.
Come fare per evitare che succeda anche nelle nostre ONG? Il primo passo è scoraggiare tutti i malintenzionati con un processo di selezione attento e scrupoloso. In aggiunta a curriculum, application form e/o lettera di motivazioni, è opportuno richiedere una o due referenze professionali, che possano fornire una testimonianza sul comportamento del candidato in altri contesti di lavoro. Ma soprattutto è utile richiedere un certificato penale alle autorità del paese di residenza del volontario (o dove ha vissuto negli ultimi 5 anni). Questo può essere facilmente richiesto dal volontario stesso presso le autorità competenti ed ottenuto con il pagamento di una piccola tassa, o a volte senza costo alcuno.
Il tempo necessario per sbrigare queste pratiche è ampiamente ripagato dalla certezza che nessuna persona “a rischio” verrà mai accettata all’interno delle strutture dell’ONG.
Al di là del processo di selezione, ogni organizzazione dovrebbe elaborare una politica di protezione dell’infanzia (child protection policy) che definisca le misure che vengono adottate per annullare o diminuire il rischio di abuso sessuale a danno dei minori. Il processo di stesura di questo documento, anche nella sua versione più semplice, porta all’attenzione dei responsabili tutti i fattori di rischio, ed aiuta a definire misure di prevenzione e piani di contingenza.
Vediamo quali raccomandazioni vengono fornite da Better Volunteering Better Care (iniziativa globale guidata da Save the Children UK e Better Care Network) per la stesura di una buona politica per la tutela dell’infanzia:
“I volontari non dovrebbero alloggiare nelle strutture destinare ai bambini, e non dovrebbero essere lasciati soli con loro. Come misura precauzionale, i centri per minori dovrebbero richiedere il certificato penale di tutti i potenziali volontari prima che questi giungano nel paese o, se ci sono già, prima che comincino il programma. I volontari dovrebbero possedere le capacità necessarie, e dedicarsi soprattutto a formare lo staff locale, piuttosto che stare a contatto diretto con i bambini. Inoltre, i centri non dovrebbero lasciare che nessun visitante o volontario venga ammesso all’interno delle strutture senza aver prima fatto un controllo, per limitare l’accesso potenzialmente privo di supervisione ai bambini. La politica di tutela del minore dovrebbe far parte del contratto firmato dai volontari, spiegando chiaramente cosa ci si aspetta da loro per quanto riguarda la prevenzione del rischio di abuso sessuale a danno dei minori” (leggi la versione completa del report del 2016-ENG)
Se la tua organizzazione non ha ancora una politica di protezione dell’infanzia, consulta le risorse messe a disposizione, ad esempio, da NSPCC, o contattaci per maggiori informazioni.
Volontari e staff devono conoscere la politica di protezione dell’infanzia ed essere formati per riconoscere i “comportamenti sospetti” degli adulti ed i segni di disagio dei minori, e per sapere esattamente a chi rivolgersi per denunciare un fatto o condividere un sospetto. L’organizzazione è tenuta ad incoraggiare questo tipo di autocontrollo e promuovere spazi per preparare i volontari che, in molti casi, non hanno nessuna precedente esperienza con questo tipo di situazioni.
La strategia di prevenzione non sarebbe completa senza il coinvolgimento dei minori stessi. Ai ragazzi devono essere dati gli strumenti necessari per difendersi e per difendere i loro coetanei. E quale strumento è più efficacie dell’informazione? La maggior parte di loro non ha idea di cosa sia un abuso sessuale, e non lo sa riconoscere. Non è sempre facile distinguere ciò che è inappropriato, soprattutto se ad agire in questo modo è una persona che gode del loro rispetto e della loro fiducia. Spiegando ai ragazzi quali comportamenti degli adulti sono fuori luogo e dando loro l’opzione di raccontare tutto ad un responsabile, senza il rischio di essere giudicati, diamo loro il potere di far fronte al pericolo, difendendo se stessi ed i loro compagni.
I gestori di orfanotrofi e residenze per minori non possono mai essere troppo cauti. Non lasciare, quindi, nulla al caso e non correre rischi inutili: recluta solo i volontari di cui veramente l’organizzazione ha bisogno e lascia a casa gli altri!
Quali misure adotta la tua ONG per proteggere i minori dal rischio di abuso e molestie sessuali?