Parte della nostra missione, come associazione, è facilitare l’accesso al mondo del volontariato internazionale, prescindendo dalle agenzie che richiedono quote (a volte esose) per presentarvi alternative che, con un po’ di aiuto, potreste scoprire da soli. L’aiuto di cui avete bisogno ve lo vogliamo dare noi, attraverso Ayni Network (una rete di più di 100 organizzazioni locali ed internazionali), Ayni Scuola e Ayni Edizioni.
Ci siamo però resi conto che è a volte difficile scegliere tra le tante, bellissime opportunità offerte da piccole e medie associazioni in giro per il mondo! È per questo che abbiamo preparato questa brevissima guida che ha l’obiettivo di farvi riflettere su ciò che è veramente importante al momento di compiere questa scelta.
Perché considerare questa scelta “importante”?
È necessario che esista una certa affinità tra il volontario e lo “spirito” dell’associazione che propone un programma di volontariato (credo, valori, stile di lavoro…). Inoltre, è importante che il volontario presenti certe caratteristiche al fine di svolgere efficacemente e con passione le attività per le quali si richiederà la sua collaborazione. In assenza di quest’armonia di interessi e valori, non è facile ottenere buoni risultati, e sia l’organizzazione che il volontario finiranno per perdere il loro prezioso tempo.
Quali fattori devo considerare per capire se un’opportunità è giusta per me?
I fattori basici:
Il ruolo del volontario: Cercate di capire bene che tipo di attività, mansioni e responsabilità vengono richieste ai volontari. È possibile che si tratti di mansioni semplici, subordinate alle indicazioni costanti di un supervisore e svolte come team; oppure si cercano volontari più esperti e pro-attivi per questioni di gestione, fundraising o assistenza di tipo professionale. Voi cosa state cercando? Quali competenze potete offrire?
I requisiti: I requisiti richiesti dicono molto sul livello di competenza ed esperienza che ci si aspetta da un volontario. Più requisiti ci sono, più è probabile che ai volontari vengano assegnati compiti non sempre facili e di responsabilità. In generale, la lista dei requisiti ci fa capire se potremmo essere tagliati per quell’esperienza oppure no: si richiede passione per i bambini piccoli? Una laurea in medicina? Molta pazienza? Il portoghese? Il volontario responsabile si sottopone ad un’autovalutazione per capire se davvero può contribuire al lavoro di quella Ong.
Il settore e la mission: Ognuno di noi ha interessi e competenze diverse. Non dimenticate di leggere bene di cosa si occupa l’Ong e con quali intenzioni. Scoprirete se esiste affinità.
I fattori logistici:
Quanto costa? Come tutti voi ormai saprete se ci seguite da un po’, fare volontariato all’estero non è mai gratis (fatta eccezione per i programmi sovvenzionati come EU Aid Volunteers o il Servizio Civile). Fatevi un po’ due conti in tasca, quindi, per capire se si tratta di un’esperienza che potete permettervi oppure no. I costi da considerare non sono solo la quota e l’alloggio, ma anche il viaggio, l’assicurazione ed eventuali vaccini (leggi “Il costo del volontariato all’estero“).
Quanto dura? La maggior parte dei programmi di volontariato richiede una determinata permanenza ai volontari per assicurare un impatto positivo sui progetti. Può andare dai 3 giorni ai 18 mesi: cosa si adatta meglio alle tue esigenze? Certo, solitamente si tratta di un criterio flessibile, ma non trascurabile. Se l’Ong vi dice che è necessario rimanere almeno 3 mesi un motivo c’è (leggi “Quanto dura il volontariato all’estero?“).
Quando? La maggior parte delle associazioni che operano a livello locale (ad esempio un’associazione keniota in Kenya) tendono a dare totale flessibilità per quanto riguarda le date. Ma non è questo il caso per esperienze proposte dalle nostre associazioni di volontariato (ovvero quelle italiane) che, vista la necessità di accompagnare i volontari, determinano date ben precise, sia per il training pre-partenza che per l’esperienza stessa. E, ovviamente, anche tutti i programmi sovvenzionati sono soggetti a date precise. Consultatele!
L’alloggio? L’alloggio può essere fornito dall’Ong stessa, oppure il volontario può alloggiare dove meglio crede (a sue spese). Nel primo caso si può trattare di una sistemazione in camere condivise, oppure in famiglia. Più raramente vengono fornite camere singole. Il costo dell’alloggio fornito dall’organizzazione viene solitamente incluso nella quota. Se invece l’Ong non è in grado di fornire un alloggio, solitamente si impegna per aiutare il volontario nella ricerca di una sistemazione. Pensateci bene: ve la sentite di cercare una stanza appena arrivati, con una totale libertà di scelta e autonomia? O preferite che sia già tutto pronto e condividere lo spazio con altri volontari?