Lo dicono i numeri e gli esperti. I candidati che hanno fatto esperienze di volontariato e che le menzionano sul curriculum hanno maggiori possibilità di trovare lavoro.
Secondo uno studio condotto nel Regno Unito, i candidati che affermano di aver svolto attività di volontariato hanno il 47% di probabilità in più di avere successo (Il Giornale). Mentre un’indagine americana condotta su 70.000 disoccupati ha rivelato che coloro che hanno svolto attività di volontariato hanno il 27% di possibilità in più di trovare un lavoro (Forbes).
Ma allora perché, secondo LinkedIn, solo il 10% di chi cerca lavoro fa riferimento alle attività di volontariato svolte? Questo ci stupisce moltissimo. Sarà perché solo il 10% degli utenti di LinkedIn fa volontariato? Improbabile! Non sarà piuttosto perché non considerano il volontariato un’esperienza rilevante agli occhi dei recruiters?
Se questo fosse il caso, si sbagliano di grosso
Il volontariato vale tanto quanto un’esperienza retribuita
Per il 41% dei reclutatori il volontariato vale esattamente come un’esperienza retribuita (Il Giornale), perché presuppone impegno, collaborazione e l’uso di abilità generiche o specifiche, proprio come un’attività lavorativa. Inoltre, coloro che fanno volontariato interagiscono costantemente con una gran varietà di persone mantenendo ed espandendo una rete di contatti sociali che può rivelarsi molto utile!
Ma come spiegarlo a quel 59% che non è particolarmente incline a riconoscere il valore del volontariato come esperienza lavorativa?
Come inserire il volontariato nel proprio curriculum
Per far sì che gli altri riconoscano il valore della vostra esperienza di volontariato dovete essere i primi a credere che questa abbia lo stesso valore formativo di un qualsiasi impiego retribuito. Ci credete? Pensateci, perché se non ci credete voi sarà difficile convincere il recruiter!
E poi dobbiamo saperlo raccontare.
Non esitate ad includere i ruoli che avete ricoperto come volontari tra le vostre esperienze. Indicate con quale associazione avete lavorato ed il periodo della collaborazione. Ma soprattutto spiegate quali responsabilità avete assunto, quali mansioni avete svolto e con quali risultati. Proprio come fareste per una qualsiasi esperienza lavorativa.
Il volontariato può sempre essere menzionato sul curriculum? Si, non esitate!
Cosa dice di noi il volontariato
Che abbiate vissuto un’esperienza di volontariato professionalizzante o che abbiate ricoperto un ruolo generico, con poche responsabilità, non esitate a menzionare il volontariato sul vostro curriculum.
Se avete ricoperto un ruolo professionalizzante
Avete assunto responsabilità, coordinato, creato, pianificato, monitorato, lavorato insieme a professionisti capaci? Come dice la parola, un’esperienza professionalizzante contribuisce alla vostra qualificazione come professionisti. Non esitate quindi a riportare questo tipo di esperienza sul vostro curriculum.
Se avete svolto mansioni generiche
Certo, forse le attività svolte potrebbero non sembrare le più attinenti al vostro settore lavorativo, ma non dubitate della loro importanza sul curriculum. Il volontariato, anche quello generico, dice molto sulla vostra personalità e sul vostro impegno nei confronti della comunità, parla della vostra capacità di relazionarvi con persone diverse e rendervi utili. Insomma, il volontariato “parla bene” di voi sempre!
Le attività di reclutamento sono spesso frenetiche e si valutano in poco tempo tantissime application. In un mucchio di candidati con simili qualifiche accademiche e capacità equivalenti, il volontariato può essere quell’elemento distintivo che vi farà apparire più intraprendenti, più socialmente impegnati, più appassionati… Il volontariato dice qualcosa della vostra personalità che una qualifica accademica non può raccontare.
Lasciate che il volontariato racconti qualcosa di voi!