Non hai la possibilità di viaggiare, ma vuoi comunque contribuire al mondo della cooperazione internazionale? Forse non te l’hanno mai detto, ma fare volontariato internazionale da casa è possibile! Non sono poche le associazioni e le Ong che cercano l’aiuto di volontari “da remoto”, soprattutto per traduzioni, marketing, web development e fundraising.
Cerchiamo di scoprire questo settore poco conosciuto del volontariato internazionale, attraverso le testimonianze di due bravissime volontarie.
Le nostre volontarie in remoto
Ecco chi sono:
GRETA:
Sono Greta, ho una laurea triennale in Lingue Orientali e una laurea specialistica in Scienze Politiche –Relazioni Internazionali. Nell’ultimo anno ho lavorato a Mumbai per l’Ong Community Outreach Programme, dove ho ricoperto la posizione di assistente di progetto presso il centro diurno per bambini di strada ‘Durgadevi’.
Il mio obiettivo è formare la mia figura professionale con competenze specifiche sul tema della violenza di genere. Sono volontaria presso Apeiron Onlus, una Ong che si occupa di women empowerment in Nepal, facendo traduzioni italiano-inglese di report.
ANGELA:
Sono Angela, ho una laurea in Scienze Politiche – Relazioni Internazionali ed un Master in Relazioni Esterne dell’Unione Europea conseguito a Bruxelles. Ho vissuto diversi anni all’estero in Francia, Belgio e Spagna pur non avendo mai maturato vere e proprie esperienza professionali legate al mio percorso di studi.
Nel 2008 ho iniziato a lavorare nel settore del Marketing e della Pubblicità rimanendone subito entusiasta, specialmente rispetto al mondo delle nuove tecnologie e ai media digitali. Attualmente collaboro in remoto con Integrated Villages, Ong con sede in Uganda, che promuove alcuni importanti progetti nell’ambito della cooperazione mirati allo sviluppo economico locale.
Abbiamo fatto a Greta e Angela alcune domande per capire meglio come funziona il volontariato da remoto…
Come si diventa volontario in remoto?
GRETA: Nella mia ricerca di opportunità lavorative, stage, tirocini e chi più ne ha più ne metta mi sono imbattuta in Ayni Cooperazione, dove ho trovato Apeiron Onlus. La loro attività e impegno mi sono piaciuti a tal punto da voler averci a che fare in qualche modo, e la possibilità di poter lavorare per loro in remoto mi è piaciuta molto. La ricerca di lavoro mi occupa molto tempo, ma ne ho in abbondanza da poter dedicare a questo genere di attività.
ANGELA: Desideravo fare un’esperienza di volontariato. Dopo alcune ricerche online, sono venuta a conoscenza del sito Ayni Cooperazione dove ho scoperto la possibilità di collaborare come volontaria in remoto. Per me questa era la soluzione ideale, non potendo conciliare la mia attuale professione con la possibilità di fare un’esperienza di medio-lungo periodo sul campo. Lavoro nel mondo dei media digitali da diversi anni e un’esperienza di questo tipo mi è subito sembrata coerente con quanto avrei potuto eventualmente offrire. Internet ha reso la comunicazione semplice ed immediata, diventando un mezzo che azzera le distanze, anche quelle più remote!
Al lato pratico, in cosa consiste il volontariato da remoto?
ANGELA: Fare il volontariato in remoto è a tutti gli effetti un impegno che ha come obiettivo la realizzazione di un progetto definito insieme all’organizzazione. Essendo in remoto, c’è molta flessibilità. Lavorando dal lunedì al venerdì a tempo pieno, durante la settimana ho il tempo di scambiare alcune mail con il mio referente che, sin dall’inizio ha mostrato disponibilità ed entusiasmo per il progetto. Nel fine settimana dedico più tempo per approfondire soprattutto gli aspetti tecnici e pratici che il progetto implica.
GRETA: La collaborazione è molto semplice, comunichiamo via email, in modo molto snello, mi viene inviato il report da tradurre e io lo rimando una volta completato il lavoro. Ho iniziato da poco, quindi per ora ho tradotto un solo fascicolo, ma è stato interessante, non conoscevo molto l’argomento e mi è piaciuto dover fare un po’ di ricerca. Sarebbe stato sicuramente possibile fare il lavoro senza ricerca, è che io mi sono incuriosita e avevo del tempo “extra”. L’impegno richiesto (come monte ore) è davvero poco.
In che modo il tuo lavoro da remoto contribuisce alla missione dell’organizzazione?
ANGELA: Occupandomi di digital marketing da diversi anni, ho offerto il mio supporto per migliorare la visibilità del sito Integrated Villages sui motori di ricerca, principalmente attraverso tecniche SEO e attività SEM. Il lavoro consiste nell’analizzare e migliorare i contenuti del sito per renderli accessibili a più persone nel mondo. Si tratta di un obiettivo importante in quanto consentirebbe ad Integrated Villages di far conoscere ad un pubblico più ampio la propria missione e le attività svolte nell’ambito della cooperazione.
GRETA: Il mio ruolo, come accennato, è quello di tradurre report riguardo attività sul campo, redatti quindi in inglese. Immagino che il mio compito sia utile nel risparmiare del lavoro d’ufficio ad Apeiron, ma il coinvolgimento con la missione non è particolarmente elevato. E’ un tipo di volontariato adatto a chi ha passione anche per la traduzione in sé.
Consiglieresti ad un’altra persona di fare volontariato in remoto? Qualche raccomandazione?
GRETA: Lo consiglierei? Sì, certo, è un modo interessante per imparare qualcosa ad ogni incarico (io, ad esempio, ho imparato le unità di misure agrarie del Nepal), per sentirsi un po’ più vicini ad una causa in cui si crede e per usare in modo intelligente il tempo libero.
ANGELA: Consiglierei il volontariato in remoto a chiunque non abbia la possibilità di realizzare un progetto solidale sul campo. Un’esperienza di questo tipo, offre l’opportunità di contribuire allo sviluppo e alla crescita di un’organizzazione. Non ho raccomandazioni particolari da dare se non quella di considerare questo tipo di volontariato, un volontariato a tutti gli effetti non sottovalutandone l’impegno!
E tu hai mai fatto volontariato in remoto? Qual è la tua esperienza?