La prima volontaria del 2019 si chiama Aurora, vive a Barcellona e con Ayni Cooperazione ha scoperto l’opportunità ideale per lei: Trama Textiles, in Guatemala. Attraverso il portale, si è messa subito in contatto con l’associazione di accoglienza, con la quale ha definito tutti i dettagli del progetto.
Aurora desiderava prendere una pausa dalla sua vita barcellonese, con i suoi ritmi ed i suoi valori, per ristabilire un contatto con altre realtà, diverse dalla sua. Ha deciso quindi di mettere i suoi 10 anni di esperienza nel campo dell’e-commerce, del social networking e dell’advertising a sostegno delle tessitrici della cooperativa sociale Trama, un’impresa sociale impegnata nella produzione e commercializzazione di articoli tessili realizzati secondo la tradizione maya. Un matching perfetto!
Mentre aspettiamo impazienti di conoscere l’esito di questa bellissima collaborazione, abbiamo contattato Aurora per farle qualche domanda sul periodo che ha preceduto la partenza: la scelta, le aspettative, i timori. Ecco cosa ci ha raccontato:
Ayni Cooperazione: Cosa ti ha spinto a decidere di fare volontariato all’estero?
Aurora: Il perché di un volontariato all’estero…ehh, ci sarebbe una lunga lista di motivazioni e sensazioni che ti spingono a far un’esperienza così. Circa un anno e mezzo fa, ho avuto un crollo di quelle che erano tutte le mie certezze, o diciamo sicurezze, a livello di ideologie. Soprattutto, di come vedevo me stessa agire nella vita di tutti i giorni, pensando e credendo in cose realmente differenti da quelle con cui poi dovevo rapportarmi nella mia quotidianità.
Sono una donna abbastanza bohemia, che vorrebbe trovare la via di mezzo per vivere a contatto con la natura, ma non totalmente isolata dal resto del mondo. Personalmente, subivo molto la pressione sociale vista su vari fronti. Milioni di stimoli e informazioni, che alla fine della giornata il nostro corpo e la nostra mente non ha il tempo di assimilare e metabolizzare. Non riusciamo più a stare 15 minuti in silenzio senza fare nulla e ascoltare solo il vento, e apprezzare la vita e la natura per entrare in connessione con la terra, che è il posto da dove veniamo.
“Tutto ciò che è uscire dalla zona di comfort ti aiuta a fare i conti con te stesso per capirti e migliorarti”
Così, durante questo anno, ho attraversato un percorso personale che mi ha fatto capire che avevo bisogno di fermarmi dalla routine frenetica di tutti i giorni, per riuscire ad essere a contatto con i nostri istinti base, con la gente che tutti i giorni soffre e lotta per poter soddisfare i suoi bisogni primari e non ha tempo di preoccuparsi se oggi sta indossando una t-shirt differente da quella di ieri o se non è riuscita ad andare alla festa più cool perché non era stata invitata.
Avevo bisogno di un confronto forte ed impattante da quella che era la mia realtà di tutti i giorni, ascoltare e vedere com’è vivere nella povertà, cosa sente e vede questa gente
Ho deciso di sedermi a tavola con l’incomodità per poi capire che può essere mia amica. Tutto ciò che è uscire dalla zona di comfort ti aiuta a fare i conti con te stesso per capirti e migliorarti, provare sensazioni che non avevi ancora provato e porti verso le persone in maniera totalmente differente.
Così, decido di prendere una pausa importante dal mio posto di lavoro sicuro a Barcellona e parto a Settembre per Chikwawa, un villaggio remoto del Malawi. Realmente terzo mondo. Una famiglia tipo vive con un dollaro al giorno. Non c’è acqua spesso per 3/4 giorni alla settimana e elettricità 5 ore al massimo. È stato un bello schiaffo, forse quello di cui avevo bisogno per svegliarmi dalla mia bolla di sapone.
Adattarsi, naturalmente, all’inizio è stato davvero difficile. Anche perché venivo da una città dove, vuoi o no, hai un ritmo accelerato e qualsiasi problematica deve essere risolta in un tempo massimo di 1 ora, come un ticket per avaria. Così, apprendere e vivere le giornate con il loro ritmo mi ha fatto sviluppare una gran virtù di cui scarseggiavo ultimamente il più delle volte …la pazienza!
Potrei scrivere pagine su quest’esperienza, ma non voglio entrare troppo in discorsi esistenziali che vi annoierebbero mortalmente. Dopo l’Africa, avevo deciso di fare un’altra esperienza di volontariato però in un paese diverso ancora, America Latina. Studiando un po’ se partire con un’associazione o no, scopro la piattaforma aynicooperazione.org, di cui sono rimasta piacevolmente sorpresa.
Così, leggo l’annuncio di questa cooperativa di donne che tessono con un’antica tecnica maya del telaio: Trama Textiles. Rimango folgorata: era quello che cercavo, la giusta via di mezzo tra quello per cui ho sempre lavorato (il fashion e-commerce), l’artigianato e la conservazione delle tradizioni, e il rispetto per la natura.
Ayni Cooperazione: Cosa pensi di poter “guadagnare” con questa esperienza?
Aurora: Spero che questa esperienza mi aiuti ad avere nuovi stimoli, nuove idee per un nuovo progetto nella mia vita, che non sia legato necessariamente a una sedia d’ufficio. Dove in qualche modo possa continuare ad aiutare piccole realtà locali nel mondo che mantengono le tradizioni dell’artigianato.
A livello personale spero di guadagnare ancora più forza e sicurezza nel camminare anche sola in questa vita e di rapportarmi con la gente in maniera più aperta e fluida, perché spesso la mia timidezza viene fraintesa.
Ayni Cooperazione : Cosa, invece, pensi di poter offrire alla cooperativa sociale Trama Textiles?
Aurora: Alla cooperativa di Trama voglio offrire tutte le mie conoscenze in campo grafico ed e-commerce, sviluppate in 10 anni di esperienza lavorativa, per far sì che il loro lavoro aiuti a vivere in maniera dignitosa tutte le donne che ne fanno parte e che hanno duramente sofferto.
Ayni Cooperazione: In questi mesi prima della partenza hai mai provato preoccupazione pensando al viaggio che ti attende? Se sì, cosa ti rende più nervosa?
Aurora: Sì, naturalmente. La settimana prima di partire ero molto inquieta, sia perché il viaggio che mi aspettava era davvero molto lungo, con mille cambi, e sia perché se ti metti a leggere un po’ l’attualità qui in questo paese (Guatemala) forse non parti più.
Grazie mille, Aurora, per averci raccontato la tua esperienza! Ti auguriamo il meglio per il tuo volontariato in Guatemala e speriamo di avere tue notizie al rientro!
Tutte le foto di questo articolo sono state scattate da Aurora