Criminalità giovanile a Nairobi, Kenya

Ricominciare dopo il carcere: storie di solidarietà a Nairobi

I giovani sono il futuro e dobbiamo cominciare da loro per costruire il futuro che vogliamo

Immaginiamo un futuro di pace, sviluppo e sostenibilità? Per costruirlo dobbiamo partire dai giovani, impegnandoci concretamente per dare loro opportunità e speranza. E invece sono ancora tanti, troppi, i giovani privati di un futuro per la mancanza di educazione, lavoro e salute. Essere incapaci di investire nei giovani non solamente significa perdere una grande opportunità di sviluppo, ma anche perdere una generazione a causa della disoccupazione, della povertà e anche della criminalità giovanile. La storia di oggi parla dei giovani di Nairobi, Kenya, persi nel crimine e ritrovati da Lifesong Kenya.

Nell’Africa Sub-sahariana la criminalità giovanile assume dimensioni preoccupanti. Sapevate che in Kenya l’80% della popolazione ha meno di 35 anni? Eppure il “peso demografico” di questa generazione non si traduce in partecipazione socio-politica ed economica: la maggior parte dei giovani sono disoccupati, o svolgono lavori non specializzati e sottopagati. Tanti ragazzi smettono poi di andare a scuola troppo presto e cominciano a vivere di espedienti. La disastrosa conseguenza di queste statistiche è appunto l’aumento della criminalità tra i giovani. L’Istituto degli Affari Economici Giovanili denuncia, infatti, che il 57% dei crimini sono commessi da persone con meno di 35 anni.

Quali sono le cause della criminalità giovanile?

La povertà è uno dei fattori più significativi per comprendere il fenomeno della criminalità giovanile: l’80% dei minorenni che compaiono davanti ad un giudice vivono di espedienti per le strade. Ma la povertà, da sola, non spiega interamente questo fenomeno. Bisogna anche parlare della disoccupazione (che lede la dignità umana), di una sistema educativo che non riflette le necessità del mercato e più ingenerale di povertà educativa, dovuta alla mancanza di istituzioni che si occupino dello sviluppo a tutto tondo dei giovani e all’abbandono scolastico. Ma anche del limitato accesso ad opportunità di partecipazione politica e di un sistema di assistenza sanitaria carente. Tutto questo, unito alla pressione sociale esercitata dai coetanei già membri di gang e coinvolti in attività criminose, rende i giovani di Nairobi particolarmente vulnerabili (fonte National Crime Research Centre).

Secondo uno studio di UN Habitat a Nairobi, il crimine giovanile riguarda soprattutto i furti, che rappresentano il 45% dei reati commessi, ma anche possesso di droga e crimini violenti. Cosa significa questo per il Kenya? L’aumento della criminalità giovanile risulta in un indebolimento generalizzato della società, maggiore insicurezza, meno sviluppo, e sempre più povertà. In altre parole, la criminalità giovanile si porta via il futuro di un paese.

Come contrastare la criminalità giovanile?

Cosa possono fare l’Africa, il Kenya e Nairobi per contrastare la criminalità giovanile? Per trovare una risposta ci rivolgiamo a Lifesong Kenya, un’associazione locale diventata membro dell’Ayni Network nel dicembre 2019. Lifesong Kenya opera a Nairobi in collaborazione con comunità, scuole ed istituti penitenziari per contrastare il coinvolgimento dei giovani (maschi) in attività criminali.

James, il coraggioso fondatore dell’associazione, sostiene che per tenere i giovani lontani dalle gang, dalla droga e dalle attività illegali sia fondamentale dare loro dei validi modelli da seguire. Agli occhi dei giovani, i modelli positivi dimostrano che esiste un’altra strada e che il crimine non è l’unico modo per sfuggire alle privazioni e all’umiliazione di non riuscire a realizzarsi come membri della società.

James entra per la prima volta in contatto con il sistema penitenziario e con le carceri minorili come volontario. Incontra diversi ragazzi e si confronta con loro. Con grande stupore, si rende conto che più della metà dei ragazzi vengono lasciati completamente a se stessi. Non hanno nessuno che li vada a trovare o che li accompagni in tribunale. Quasi tutti, una volta terminata questa terribile esperienza di abbandono ed isolamento, tornano in strada per commettere gli stessi crimini, o forse anche crimini peggiori.

Non riuscendo a voltare le spalle a questi ragazzi, James comincia ad usare tutte le sue risorse personali per dare un aiuto ai giovani carcerati, arrivando a perdere il lavoro. Dopo un periodo di privazioni, finalmente James fonda Lifesong Kenya: combattere la criminalità minorile diventa il suo lavoro e la sua ragione di vita.

Cosa fa Lifesong Kenya per combattere la criminalità giovanile?

Anche se l’associazione nasce, in primo luogo, per aiutare i giovani criminali a reinserirsi nella società e a riconciliarsi con la propria famiglia e con le vittime, James capisce rapidamente che per combattere questo fenomeno bisogna anche lavorare sulla prevenzione, andando direttamente nelle scuole.

Lifesong Kenya ha quindi elaborato una strategia che agisce a diversi livelli:

  • Prevenzione
  • Mentoring e modelli positivi
  • Formazione
  • Riconciliazione con se stessi e con gli altri.

Il programma di prevenzione Impact Zone agisce direttamente nelle scuole elementari e nelle biblioteche comunitarie. Si lavora con i bambini (circa 100 ogni anno) per aiutarli ad immaginare un futuro diverso, per trasmettere loro valori solidi che li aiuteranno dire no alle gang, alla dipendenza da droga o alcol e al crimine in generale.

Una parte fondamentale del lavoro di Lifesong Kenya, però, rimane il programma REAM che cerca di dare una nuova opportunità ai giovani riformati di Nairobi. Si lavora con 15 ragazzi per tre mesi, raggiungendo quindi 60 ragazzi nel giro di un anno.

Speranza e seconde opportunità

Il programma si compone di diverse parti tra cui riconciliazione con se stessi e con la comunità, formazione al lavoro e mentoring. Lifesong Kenya si propone come un intermediario tra i ragazzi e la società, perché l’accettazione, il perdono ed il reinserimento nella famiglia sono condizioni fondamentali per ricominciare. Ma tutto questo non sarebbe sufficiente se i ragazzi non imparassero a guardare al proprio futuro in modo diverso e se non venissero forniti loro gli strumenti per inserirsi nel mondo del lavoro.

Ecco la testimonianza di un ragazzo che ha partecipato ai programmi di Life Song Kenya:

“Mi sono iscritto al Programme REAM perché il loro motto è Empowering and Enriching Lives! Grazie a questo programma ho imparato a perdonarmi, ad assumere le mie responsabilità e a chiedere perdono. Sono anche riuscito a ricucire i rapporti con la mia famiglia che ha cominciato ad assistere ai miei processi. Questo mi ha aiutato a guarire e a riconciliarmi con la mia famiglia e con la comunità dove sono cresciuto”.

Lifesong Kenya fornisce un servizio prezioso alla comunità, restituendo alla società attori preziosi per il sviluppo. E tutto questo perché crede nelle seconde opportunità! Crede che, mentre si lavora per sconfiggere le cause primarie (disoccupazione, povertà estrema, povertà educativa…), non bisogna arrendersi e continuare a credere in questa generazione, in questi ragazzi che magari hanno già commesso un errore, ma che possono ancora rimediare, se viene data loro fiducia.

 

Vuoi sostenere la missione di Lifesong Kenya come volontario a Nairobi? Consulta il profilo e scrivi direttamente ai coordinatori! VEDI PROFILO

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