La tecnologia, e soprattutto le ICT (o TIC, tecnologie dell’informazione e della comunicazione) stanno cambiando il mondo in cui viviamo. Negli ultimi decenni, siamo stati spettatori della più rapida evoluzione tecnologica che il mondo abbia mai visto. Ma cosa c’entrano le nuove tecnologie con il mondo del volontariato? I nuovi mezzi di comunicazione e le tecnologie ad essi connesse rappresentano una grande opportunità per il reclutamento ed il mantenimento di una buona relazione con i volontari, i quali sono ormai abituati a reperire, consumare ed interagire con le informazioni in un modo nuovo.
Il livello di interconnessione e connessione degli individui non ha precedenti, ed il nostro modo di relazionarci con la società, l’informazione, la vita è mutato drasticamente. Entro il 2020, nel mondo, ci saranno circa 4.2 miliardi di utenti con accesso ad internet, quasi 1 miliardo in più rispetto ad oggi. La Generazione X, ovvero coloro che fin dai primi anni di vita hanno avuto accesso alle tecnologie mobili, costituirà il 27% della popolazione, mentre i Millennials, un’altra generazione fortemente dipendente dalle moderne TIC, costituirà il 50% della forza lavoro.
Come reagiscono le Ong di fronte a questa grande rivoluzione tecnologica? Secondo il più recente “Technology Report”, pubblicato nel 2018 da Nonprofit Tech for Good, si più notare che le Ong danno molta importanza alla loro presenza su internet e credono nel potenziale dei social media, soprattutto per il reclutamento dei volontari e per il fundraising. 9 Ong su 10 hanno una pagina web, e di queste quasi 9 su 10 sono compatibili con i dispositivi mobili. Il 93% delle Ong che hanno partecipato al sondaggio, inoltre, dispone di una pagina Facebook, mentre significativamente inferiore è l’uso di Twitter, YouTube, LinkedIn e Instagram (tra il 77 ed il 50%).
Tuttavia, il “Technology Report” rivela che le organizzazioni non governative non approfittano di tutte le opportunità offerte dal mondo delle nuove tecnologie. Ad esempio, solo il 63% comunica regolarmente con i suoi sostenitori tramite email, mentre un irrisorio 18% lo fa tramite app. Questi dati indicano che le Ong non sono in grado di rispondere immediatamente ai nuovi trend. Un esempio? È vero che quasi tutte le Ong hanno una pagina web, ma è anche vero che è dagli anni ’90 che le organizzazioni no-profit hanno cominciato a pubblicare pagine web per aumentare la loro visibilità.
Perché le Ong non sembrano in grado di cavalcare i trend più moderni? L’uso delle nuove tecnologie presuppone costi elevati e richiede una costante formazione e preparazione per stare al passo con le novità. Tuttavia, non tutte le iniziative implicano costi proibitivi e conoscenze all’avanguardia. È possibile sfruttare le nuove tecnologie a favore delle nostre strategie di reclutamento volontari anche a costo zero, o quasi!
Quali sono quindi i trend più significativi per il reclutamento dei volontari e come approfittarne?
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Progressivo slittamento da computer a dispositivo mobile
È fondamentale tenere conto dell’”esperienza degli utenti” al momento di pubblicare nuovi contenuti su blog, pagine web o newsletter. Secondo gli esperti, c’è una crescente percentuale di individui che accede ad internet tramite dispositivo mobile e le nostre scelte, sia a livello di formato che di contenuti, devono tenerne conto. È meglio presentare il testo su una colonna, piuttosto che due o tre, perché questo facilita la visualizzazione sullo schermo del cellulare. Inoltre, è più probabile che il volontario cerchi una lettura breve, visto che magari si troverà sull’autobus o sulla metro al momento di accedervi.
Non dimenticarlo la prossima volta che scrivi un blog o una newsletter! Sembra che i migliori risultati si ottengano con pubblicazioni brevi e frequenti.
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Il successo dei contenuti video
Il pubblico moderno ama i video: catturano la sua attenzione senza esigere la stessa concentrazione di un testo scritto. Non esitare quindi girare diversi video per le tue prossime campagne di reclutamento. Non c’è bisogno che i video siano perfetti dal punto di vista tecnico: un cellulare ed un microfono sono sufficienti per catturare l’essenza della tua organizzazione e trasmetterla ai potenziali volontari!
Inoltre, non sottovalutare l’importanza di possedere un canale video (magari su TV on the Road, il canale del volontariato internazionale!). Gli utenti apprezzano moltissimo il contenuto on-demand!
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Le app per dispositivi mobili godono delle preferenze del grande pubblico
Il pubblico moderno ama anche le app sui cellulari: la facilità, l’immediatezza e la concentrazione di tutte le informazioni e servizi in un unico luogo, rendono questi software imbattibili quanto a preferenze degli utenti. Tuttavia, sviluppare un’app per il reclutamento dei volontari è un processo molto costoso e al giorno d’oggi ci sono relativamente pochi esempi di app di successo in questo settore (qualcuna ovviamente c’è, come l’app di Lunaria).
Decisamente più economico è l’uso di messaging app, come Telegram o WhatsApp. Seppur tuttora poco sfruttata dalle Ong a livello mondiale, la comunicazione tramite app ha un grandissimo potenziale, soprattutto per il mantenimento di una buona e solida relazione con gli attuali volontari e sostenitori.
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La rivincita delle email
Con i nuovi algoritmi dei social media, che prediligono i contenuti generati dagli amici (e quelli a pagamento), l’invio delle email gode di un rinnovato rispetto. Vari report hanno dimostrato che, nei settori commerciali, l’email marketing può generare fino al 30% delle vendite. Meglio non lasciarsi quindi sfuggire questo importantissimo canale di comunicazione: una buona parte del fundraising e del reclutamento volontari può essere fatto via email.
Colgo l’occasione per ricordarvi che, a partire dal 25 maggio, sarà in vigore un nuovo GDPR, General Data Protection Regulation, regolamento europeo per la protezione dei dati. Sarà importantissimo adeguare il vostro email marketing alle nuove direttive.
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L’utente desidera sentirsi parte di qualcosa
La personalizzazione del messaggio è uno degli aspetti principali della comunicazione moderna. Gli individui sono abituati ad essere chiamati per nome quando interagiscono online. Inoltre, i contenuti che vengono proposti loro da social media e newsletter sono personalizzati, basati sull’analisi del loro “comportamento”.
Possono le Ong raggiungere questo livello di evoluzione tecnologica? In realtà, non è così complicato come può sembrare! Un primo, semplice grado di personalizzazione può fare molto: separare i volontari dal pubblico generale. Sulle mailing list e nei gruppi sui social, ad esempio, ai volontari dovrebbe essere riservata una comunicazione speciale. Questa piccola differenza verrà sicuramente notata ed apprezzata. Se poi desideriamo spingerci un po’ più in là, possiamo suddividere i volontari in altre categorie: attivi, non attivi, attivi nell’ultimo anno, volontari in Africa, volontari in Asia, volontari U30, etc.
Ricordate che strumenti come Mailchimp, permettono di fare moltissima personalizzazione, anche nella versione gratuita. Non perdete quest’opportunità.
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L’efficacia dei contenuti live
Per finire, un altro aspetto importante nella comunicazione moderna sono i “live”, autentici e coinvolgenti. È un tipo di comunicazione che dà al volontario l’opportunità di dare un’occhiata dietro le quinte, di condividere un momento con i protagonisti, siano essi i beneficiari, staff o altri volontari. Inoltre, numerosi social prediligono questo tipo di contenuti.
Pubblicare un live non costa nulla, hai solo bisogno di un cellulare e di una buona connessione internet. Ai potenziali volontari interessa immergersi nella realtà quotidiana di un’organizzazione: come comincia la giornata di un volontario, una lezione, una riunione, la festa d’addio… sono tutti momenti che potrebbero essere raccontati con questo stile di comunicazione.
Per maggiori informazioni sull’argomento, ti consigliamo:
Guarda il webinar “Four Volunteer Technology Trends to Know”
Consulta il “Technology Report”
Leggi il post “10 Emerging Trends in Online Communications and Fundraising to Watch in 2018”
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