È una delle scelte più importanti che fa un volontario prima di partire, anzi forse la più importante: la scelta dell’associazione! Ci sono un’infinità di associazioni tra cui scegliere che differiscono l’una dall’altra per localizzazione, area di intervento e anche per tipologia. Oggi ci concentriamo su quest’ultimo aspetto per andare a vedere quali sono, per un volontario, le differenze tra un’associazione di volontariato (o a base comunitaria) e una di sviluppo internazionale.
Può sembrare una lieve differenza, una questione di forma, ma in realtà non lo è. Anzi, è un aspetto che va a definire profondamente l’esperienza di volontariato all’estero! È quindi opportuno parlarne ed esplorare come le differenze fra l’una e l’altra tipologia di organizzazione possano interessare i volontari. Ma prima una precisazione…
Cosa intendiamo per associazione di volontariato o a base comunitaria
Visto che ogni paese ha una terminologia diversa per definire le proprie realtà associative, mi sembra necessario andare a chiarire a cosa ci riferiamo NOI con questi termini. Innanzitutto, sappiate che non stiamo riprendendo appieno la terminologia legale italiana: non possiamo farlo, appunto perché ogni paese ha la sua terminologia e volevamo trovare un’espressione che potesse andare oltre le differenze nazionali.
Quando parliamo di associazione di volontariato o a base comunitaria (grassroots) ci riferiamo ad enti fortemente locali. Nella maggior parte dei casi, si tratta di iniziative che partono dalla comunità stessa e che sono dirette da personale locale. Hanno sempre storie molto interessanti perché solitamente è il forte disagio di alcuni membri della comunità che li porta a dedicare le proprie vite a progetti di sviluppo.
Consideriamo parte di questa categoria anche alcune iniziative straniere. Sono quelle associazioni che magari nascono formalmente all’estero, ma la cui concezione è avvenuta nell’ambito di un dialogo con una determinata comunità e quindi ad essa sono legate.
Cosa intendiamo per associazioni o organizzazioni di sviluppo internazionale
Usiamo questa categorizzazione per parlare di tutte quelle realtà internazionali impegnate nell’ambito della cooperazione allo sviluppo. Si tratta di realtà che solitamente hanno sede in un paese e realizzano i loro progetti in un altro (non sono locali). Ma sono anche realtà che non sono necessariamente legate ad una comunità per sempre: hanno una missione e degli obiettivi precisi, se questi vengono raggiunti lasciano la comunità per trovarne un’altra che abbia più bisogno.
Stiamo sempre parlando del settore della cooperazione internazionale?
Si, in entrambi i casi parliamo di realtà che operano nel campo della cooperazione internazionale. Infatti, anche le iniziative totalmente locali (grassroots) nella maggior parte dei casi si avvalgono di finanziamenti o volontari stranieri, e diventano parte di network internazionali per avere più voce. Gli obiettivi poi sono gli stessi: contribuire al raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu.
Inoltre, queste due tipologie che abbiamo voluto identificare spesso collaborano tra di loro: i primi cercano il sostegno e l’esperienza internazionale dei secondi, ed i secondi cercano la profonda conoscenza locale dei primi.
La scelta dei volontari internazionali
Adesso che abbiamo definito cosa intendiamo per associazioni di volontariato (o a base comunitaria) e organizzazioni per lo sviluppo internazionale, possiamo passare a riflettere su quali possano essere le principali differenze tra le due, concentrandoci su quelle che, in qualche modo, vanno ad influenzare l’esperienza dei volontari internazionali.
La continuità degli interventi
Le associazioni a base comunitaria hanno sempre staff attivo sul campo (bé, esistono solo sul campo) e solitamente reclutano volontari in qualsiasi momento dell’anno.
Le associazioni di sviluppo internazionale tendono ad avere personale nel paese di origine (dove l’associazione è legalmente registrata) e, molto spesso, anche personale espatriato in loco, ma non è sempre questo il caso. A volte, lo staff visita i progetti in loco solamente in determinati momenti dell’anno ed è proprio in queste occasioni che i volontari sono invitati a partecipare per missioni o viaggi di volontariato.
La preparazione dello staff
Le associazioni di sviluppo internazionale tendono ad avere uno staff internazionale, con una formazione specifica nel campo dello sviluppo e della cooperazione.
Lo staff delle associazioni di volontariato (o a base comunitaria), invece, potrebbe anche non avere una formazione specifica in questo campo. Questo a volte può essere visto come uno svantaggio, ma compensano questa mancanza con una profonda conoscenza della comunità e delle necessità locali.
Stabilità e Sostenibilità
Le associazioni internazionali tendono ad avere almeno 1 o 2 dipendenti retribuiti per la gestione dei progetti ed una buona strategia di fundraising. Questi due aspetti vanno, ovviamente, di pari passo: serve personale per raccogliere fondi come si deve e servono fondi per avere personale. Quando si riesce ad avere un buon equilibrio tra i due, le associazioni godono di una maggiore stabilità e sostenibilità a lungo termine.
Le associazioni di volontariato o a base comunitaria soffrono un po’ il problema dell’instabilità. Spesso sono gestite da persone che lo fanno gratis o che ricevono un compenso minimo. E vista la mancanza di risorse umane la strategia di fundraising è solitamente molto basica (magari c’è una chiesa da qualche parte nel mondo che li finanzia, o una fondazione, oppure sono i volontari stessi che contribuiscono). La loro stessa esistenza è un po’ precaria ed è un peccato visto che sono proprio iniziative nate in seno alla comunità.
Struttura e Strategie
Le associazioni di sviluppo internazionale, come dicevamo, tendono ad avere un team per la gestione dei progetti con esperienza nel settore della cooperazione. La loro presenza sul campo è giustificata da chiari obiettivi a lungo termine (biennali, quinquennali…) verso il raggiungimento dei quali si lavora senza sosta.
Le associazioni di volontariato e quelle a base comunitaria nascono talvolta in modo spontaneo per rispondere ad una necessità pressante, urgente. La gestione delle attività è spesso affidata ai soci (locali o stranieri) che non sono necessariamente esperti di cooperazione e faticano ad elaborare strategie sostenibili. Inoltre, la mancanza di fondi impedisce di fare progetti che vadano al di là del breve termine (6 mesi, 1 anno).
La presenza dei volontari nelle associazioni di sviluppo internazionale
Lungi dall’essere grandi Ong con un’ampia disponibilità di fondi, le associazioni di sviluppo internazionale hanno tanto bisogno della collaborazione dei volontari. Per molte di loro, è fondamentale ricevere aiuto presso la sede istituzionale in Italia: eventi, cene di beneficenza, gestione dei social, logistica, etc. È qui che un volontario può affiancare lo staff nello svolgimento di attività amministrative e di fundraising, facendo la sua parte ed imparando ciò che c’è da sapere sulla gestione di una piccola associazione di sviluppo internazionale.
Ma non è detto che la presenza dei volontari non sia richiesta anche sul campo. Ci potrebbe essere bisogno di volontari per affiancare il team in loco, oppure l’associazione potrebbe cercare partecipanti per campi/viaggi/missioni con obiettivi specifici (organizzare un campo estivo, fare una campagna medica, svolgere attività di capacity building, ristrutturare uno stabile).
I vantaggi: i volontari, in questi contesti, hanno l’opportunità di vedere all’opera professionisti del settore.
La presenza dei volontari nelle associazioni a base comunitaria
Se le associazioni di sviluppo internazionale hanno bisogno di volontari per migliorare o diversificare i loro servizi, le associazioni di volontariato (o a base comunitaria) hanno bisogno di volontari per sopravvivere! Tanto i coordinatori locali (il prete del villaggio, un ex-insegnante, un gruppo di artigiane…) quanto i soci stranieri tendono ad essere volontari. E così i volontari internazionali che visitano i progetti per dare una mano si uniscono ad una grande famiglia.
Il volontariato è centrale per questo tipo di associazioni. Può addirittura capitare che i servizi offerti si interrompano nel momento in cui non ci sono volontari sul campo (internazionali o locali). E non solo il volontario è importante per il suo lavoro (e, aggiungerei, anche per l’eventuale contributo economico), ma anche come fonte di idee e nuove strategie, nuovi contatti, nuovi progetti. Si chiede al volontario di condividere tutto quello che sa, che potrebbe sempre venir bene un giorno. E si spera che il volontario non si dimentichi dell’associazione una volta tornato a casa.
I vantaggi: i volontari diventano parte di una grande famiglia unita dalla passione per la stessa comunità. Difficilmente la relazione finisce quando il volontario riparte.
Quindi quale volontariato scegliere?
Qualcuno potrebbe pensare che le associazioni di sviluppo internazionale siano meglio di quelle a base comunitaria perché più strutturate e strategiche nei loro interventi. Qualcun altro, invece, potrebbe pensare che le associazioni a base comunitaria siano meglio perché volute dalla comunità stessa. Ma il punto è che c’è bisogno di entrambe per continuare a promuovere lo sviluppo in modo capillare e globale.