Aereo: prenotato. Vaccini: fatti. Assicurazione: pagata. La seguente preoccupazione di un volontario in partenza per un progetto all’estero è solitamente quella dell’alloggio. In alcuni casi, questo viene fornito dall’associazione di accoglienza (gratis o a pagamento), ma spesso sarà proprio responsabilità del volontario provvedere alla ricerca e scelta di un adeguato “rifugio”, un posto dove riposare la notte dopo una dura giornata di lavoro e dove magari connettersi a Skype per salutare genitori, amici e fidanzati/e.
La tipologia dell’alloggio influisce sull’esperienza del volontario, sia dal punto di vista culturale che da quello delle attività. Vediamo quali sono gli alloggi più comuni per un volontario all’estero, con i loro vantaggi e svantaggi, e pensiamo insieme a qualche buon consiglio per non andare fuori budget nel nostro quotidiano.
Casa dei volontari:
Tipica sistemazione, diffusissima a livello globale. L’associazione mette a disposizione dei volontari un appartamento o una casa con varie camere condivise, bagno, cucina e connessione wifi. In una “volunteer house” si rafforza il cameratismo tra i volontari e si crea un bell’ambiente internazionale dove condividere le proprie avventure locali, contando sulla comprensione e complicità di altri stranieri in terra straniera.
È un’ottima soluzione per giovani volontari o per chiunque sia alla ricerca di compagni d’avventura. Un po’ meno ideale per le persone che invece ci tengono alla loro indipendenza e che desiderano staccare stando per i fatti propri. Cene, uscite e programmi per il tempo libero sono sicuramente all’ordine del giorno!
Il consiglio per il risparmiatore: Se non è già prassi nella casa, convinci gli altri volontari a fare la spesa e a cucinare tutti insieme. Riuscirete così a risparmiare moltissimo sull’alimentazione.
Host family per volontari:
Tanto nelle zone rurali, come in quelle urbane, le associazioni riescono talvolta a costruire una rete di famiglie che si offrono per fornire un tetto e pasti caldi in buona compagnia ai volontari stranieri. Le famiglie sono attentamente selezionate secondo gli standard dell’associazione, che normalmente includono il wifi, il bagno in casa e la conoscenza dell’inglese da parte dei membri della famiglia, o alcuni di loro.
I volontari avranno probabilmente a disposizione una camera singola. Non avranno invece accesso alla cucina, perché sarà la famiglia a pensare ai pasti e ad “aggiungere un posto a tavola” per il nuovo ospite. L’immersione culturale è garantita: ricette locali, storie locali, consigli locali, tutto locale!
Il consiglio per il risparmiatore: Visto che hai già pagato l’alloggio e tutti i pasti, cerca di sfruttare questa bellissima opportunità e, durante la permanenza presso la famiglia, evita di mangiare fuori.
Alloggio con l’Ong o con il coordinatore:
Le piccole associazioni cercano di andare incontro ai volontari sfruttando le loro poche risorse. Spesso, il presidente o coordinatore locale ha qualche stanza libera nella sua stessa casa che mette a disposizione dei volontari. Il risultato è un’esperienza in host-family con il plus di avere il tuo manager/tutore sempre con te! Più sostegno di così…
Invece in altri casi, sono proprio gli uffici o i locali dell’Ong che offrono la possibilità di alloggiare i volontari, magari in un secondo piano, o in una depandance. È un po’ come stare nella casa dei volontari, solo che non ti allontani mai dall’ “ufficio”!!
Il consiglio per il risparmiatore: Valgono gli stessi consigli dati per la Host Family e la Casa dei Volontari.
Alloggio autonomo per volontari:
Ma può anche succedere che l’associazione di accoglienza vi dica di non avere a disposizione alloggi per i volontari! Questo succede molto spesso in America Latina, più raramente in Africa e Asia. È il momento di farsi prendere dal panico? Assolutamente no.
Se hai in programma di rimanere solo un paio di settimane, cerca tra gli ostelli o gli appartamenti turistici della zona (airbnb…). Sarà un salasso? Probabilmente non molto diverso da quello che pagheresti in una Casa dei Volontari. Chiedi all’associazione perché è probabile che abbiano delle ottime raccomandazioni e magari anche qualche agevolazione per i loro volontari…
Se invece desideri fermarti più a lungo (da un mese in su) allora ti conviene cercare un piccolo appartamento o una stanza attraverso i canali locali (annunci sul giornale, agenzie, passaparola…) e non quelli per i turisti. Probabilmente, condividerai la casa con altri expats (stranieri residenti all’estero) oppure con una famiglia locale che mette a disposizione una stanza. Tuttavia, prenota comunque un hotel o un appartamento turistico per i primi giorni, così da avere una base per effettuare le ricerche in loco.
Per la tua sicurezza, segui sempre i consigli dell’associazione di accoglienza su zone da evitare e zone raccomandate, e cerca di coinvolgerla il più possibile nella tua ricerca, tenendoli informati sui passi che desideri compiere e magari facendoti anche accompagnare.
Il consiglio del risparmiatore: Assicurati di trovare una sistemazione con uso cucina per non essere costretto a mangiare sempre fuori e cerca di condividere le spese con gli altri inquilini. Valuta inoltre anche i trasporti tra la casa e la sede del progetto. Se hai affittato un appartamento, puoi cercare altri coinquilini per dividere i costi.